Scrivi un commento
al testo di Gil
Lampi di luce
- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare
nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento;
il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente,
potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi
e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso,
all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti
con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ].
Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]
|
Lo andremo a cercare tra le cloache di Roma tra i ragni e le mignotte di Torpigna. Muovono le chiappe i transessuali dalle spalle di traslocatori di porto e non sono gioielli in oro fino i pendagli sotto i sogni ricacciati indietro perché non feriscano ancora la tenera verginità del cuore. Ho prestato il culo a sedute sbagliate, vecchie prigioni senza più rotaie. Avrei attraversato più a nord la vecchia stagione dei figli dei fiori ma gia Pasolini mi aveva narrato il destino e una storia da strade di quartiere depredato dell'ultimo verde prima della storia. Tutto finì tra le cosce d'un piacere di sensi di fiche di peni e di culi venduti alle aste dei morti. Non ho vissuto abbastanza per ridirmi il mio nome.
|
Salvatore Pizzo
- 10/07/2020 18:03:00
[ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]
Un filo di ironia, giusto a non sprofondarci, in quelloscura palude che è una sessualità vissuta, venduta, estremizzata fino alla sopravvivenza. Una chicca quel Pasolini che ne ha tratto la sua arte. Un caro saluto
|
|
|